Andrea Lanza

NOME: Andrea

COGNOME: Lanza

ETA‘: 28

SQUADRA: Saronno Castor

N° MAGLIA: 11

MOTTO: Non ho un vero e proprio motto ma c’è una canzoncina che ho avuto modo di canticchiare spesso e spero di poter cantare dopo ogni partita decisiva..fa così: “Volevano vincere, volevano vincere……” meglio che mi fermo!

SOPRANNOME: Andre

RUOLO: Ala sinistra

 

Ciao Andrea e benvenuto a: CONOSCI I COMETS?”cominciamo!

Ormai sei considerato uno dei “senatori” del Tchoukball, raccontaci come secondo te si è evoluto questo sport nel corso degli anni.

Parti male…”senatore” mi sa tanto di “alla soglia della pensione” …in fondo ho iniziato a giocare solo nel 2003…ditemi che c’è un errore!!! No, purtroppo nessun errore…11 anni e un intervistatore che quando ho iniziato a giocare probabilmente frequentava le scuole elementari. Ok, penso di poter iniziare con: “Ai miei tempi…”, quando ho iniziato a giocare, non esisteva un campionato italiano, per misurarsi con qualche avversario c’erano i tornei in Svizzera, oggi c’è un campionato di seria A, uno di serie B e una competizione internazionale per club. “Ai miei tempi…” esisteva il “lungo linea”, oggi “il super-tagliato”. “Ai miei tempi….” in campo internazionale si giocava in 9 vs 9, oggi i giocatori che hanno provato quell’esperienza si contano sulle dita di una mano. Beh direi che di strada ne è stata fatta tanta. Oggi però ci troviamo in un momento storico del tchoukball molto delicato; siamo arrivati alla fine di un ciclo non solo dal punto di vista sportivo ma riguardante l’intero movimento italiano. Molte delle persone che negli ultimi anni hanno smesso di giocare non sono stati unicamente giocatori ma hanno contribuito in maniera determinante al “progetto tchoukball” regalando tempo, passione ed inesauribili energie a questo sport. Adesso tocca a voi ricevere il testimone con i suoi onori e oneri. Sarà questa, a mio parere, la più grande scommessa per i prossimi anni.

 

Come ti ha conquistato il Tchoukball?

Ho iniziato a giocare a tchoukball per puro caso al liceo. Quello che mi ha da subito conquistato di questa disciplina è la velocità e la caratteristica di permettere al singolo giocatore di esprimersi al 100% delle proprie capacità in base alle differenti attitudini, di “attacco”, di “difesa”, di “passaggio”, di “visione di gioco” e persino “acrobatiche”, basti pensare che nel tchoukball, così come in pochi altri sport, esistono dei gesti atletici che hanno il nome di chi li ha inventati.

Qual è stata, nella tua carriera, la stagione in cui si è visto il migliore Andrea Lanza in campo?

Non credo che esista una mia stagione migliore, penso di essere un giocatore abbastanza regolare, nel bene e nel male. Esistono delle singole partite in cui credo di aver dato il meglio, rispetto ad altre in cui ho fatto più fatica. Di sicuro la partita in cui si è visto il migliore Andrea Lanza e senza dubbio la più entusiasmante della mia “LUNGA” carriera è stata la finale EWC giocata con i Ferrara AllNuts. E’ stata una partita giocata a ritmi elevatissimi, probabilmente una delle più belle partite di tchoukball giocate in Italia e la partita dove credo di aver avuto una percentuale di efficacia in difesa degna del mio insuperabile compagno di pannello “Zaffa”.

C’è mai stato un giocatore che durante una o più partite ti ha messo in difficoltà con il suo gioco?

Sinceramente no, non c’è un giocatore in particolare. Il soffrire di più o di meno le capacità tecniche dell’avversario è sempre dipeso più da me e dal tipo di partita che dai singoli giocatori che ho incontrato. Generalmente più è decisiva la partita più riesco ad alzare il mio livello di gioco.

Un tuo pregio e un tuo difetto in campo?

Il mio maggior pregio credo sia il non soffrire la tensione legata alle partite decisive. Molti giocatori, tecnicamente più forti di me, spesso mancano gli appuntamenti decisivi o alternano ottimi livelli di gioco a momenti di black out, io difficilmente ho degli sbalzi di rendimento e se non giro lavoro per far girare il resto della squadra. Come maggior difetto…si potrebbe pensare alla fase difensiva ma quello credo sia più legato alla concentrazione e al livello di adrenalina che ho in corpo. Io penso che il mio maggior difetto in campo sia un limitato repertorio in fase di tiro.

 

La tua posizione è ala sinistra, hai mai provato a giocare in altre posizioni?

Io nasco centrale di centro nel prima accantonato e adesso rispolverato e rimodernato 3-1-3. Mi sono adattato ad ala sinistra per evitare il pre-pensionamento ed è il ruolo dove ho comunque raccolto le soddisfazioni sportive maggiori.

Con quale compagno di squadra ti trovi meglio a pannello? 

Non potrebbe esserci risposta più scontata, Stefano Zaffaroni. Come terzetto invece credo che le due alternative con Giorgio Zinetti e Filippo Gilli come ali destre siano i meglio assortiti sia in fase offensiva che difensiva.

Quali sono le sensazioni che si provano quando si scende in campo in una finale di una manifestazione importante come l’EWC?

E’ una scarica di adrenalina alla quale farò davvero fatica a rinunciare, quando non la sentirò più o quando non potrò più sentirla credo che mi darò a qualche disciplina estrema pur di poterla rivivere. Vincere poi è l’apoteosi, e fortunatamente ho vinto tanto, ma i 45′ in campo sono un’altra cosa… Prima del tchoukball c’era l’atletica che mi dava queste emozioni, dopo dovrà necessariamente esserci qualcos’altro.

Da allenatore, un giudizio e un pronostico sulle squadre saronnesi di quest’anno?

Per i Castor è un anno di transizione, abbiamo cambiato molto e molto cambieremo nei prossimi anni. Quest’anno ancora ci manca qualcosa, la condizione e convinzione dei “vecchi” e la maturazione dei “giovani”. E’ una condizione nuova per questa squadra abituata a vincere e convincere, ma è a suo modo stimolante. Riuscire a confermarci sarebbe inaspettato ma avrebbe un gusto nuovo. Per i Pollux invece direi..”ritorno alle origini” dopo il primo e secondo campionato i Pollux sono sempre stati un ibrido, una squadra a metà incapace di perseguire risultati importanti ma comunque in grado di far crescere ottimi singoli giocatori. La squadra di quest’anno mi ricorda i primi Mizar, che ho avuto la fortuna di allenare, una squadra giovane e talentuosa. Manca solo un po’ di esperienza ma le soddisfazioni non tarderanno ad arrivare. In prospettiva, il meglio che ci si poteva augurare per il tchoukball saronnese.

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